Diario di Viaggio: Isola del Giglio, 8/10 Novembre 2019

(DI FILIPPO SPERANZA)

Ci siamo, il weekend di esercitazione per il brevetto deep extended è arrivato.
Questa notte tuoni ed acqua a catinelle, certo che, mettere fuori il naso con questo tempo ti viene voglia di rimanere sotto le coperte. Invece si parte! Raggiungo Robby, che solo a vederlo ti viene il buon umore ed andiamo all’appuntamento con Pino e Massimiliano, un caffè veloce e via per l’autostrada, destinazione Isola del Giglio.
Al porto di S. Stefano ci congiungiamo al resto della squadra: Fabrizio e Stefanone i nostri istruttori, poi Raffaele e Stefano B.
Siamo proprio un bel gruppo, si avverte un certo clima goliardico, rilassante, sono contento di avere questi amici con cui condivido la subacquea.

Arrivati a destinazione iniziamo subito a prepararci, dobbiamo affrontare il primo test dei 40m con decoIn barca mi studio l’attrezzatura e con l’aiuto di Stefanone metto a punto la nuova configurazione, cerco di memorizzare visivamente la disposizione degli erogatori, la frusta lunga sul primario, il secondario allacciato al collo, i vari moschettoni per clippare al gav tutto e non avere nulla a penzoloni, il bombolino per la deco con l’O2 al 50%. In acqua mi sento Fantozzi, ma va bene così, è il primo tuffo. L’acqua è un ghiacciolo, 14 gradi, non è arrivata la muta stagna e devo per forza immergermi con la umida, la componente razionale del mio cervello si chiede perché devo stare lì a patire il freddo; mi stimola, a proseguire, la mia componente irrazionale, devo e voglio farcela. Stringo i denti ( e non solo…..) e giù! Si scende. Raggiungiamo la quota, però il briefing nella nostra testa svanisce, non accumuliamo i minuti stabiliti per la deco, siamo tutti concentrati al cambio di bombola ai 21 metri in risalita, allo switch del computer . Risultato: esercitazione a metà seguita da un intero cazziatone del Presidente, senza sconti, ed è giusto così, siamo qui per imparare! Sorvolo il secondo tuffo, dove abbiamo messo a dura prova la pazienza dei nostri istruttori che amorevolmente non ci hanno fustigato!

Ci consoliamo la sera con una bella amatriciana abilmente preparata da Stefanone e con un buon bicchiere di vino rosso . Nel pomeriggio, abbiamo fatto un incontro particolare: rientrando al B.B. , Roberto nota una porta aperta di un seminterrato con dentro un anziano signore con tanto di scalpellini che ha la passione di modellare barche di pescatori e velieri, il tutto con legno di scarto che ricicla, è spettacolare !

Ed eccoci all’ultimo tuffo. Colazione, umorismo libero, siamo tutti sereni. Il tempo non è dei migliori, c’è un po’ d’onda, ma non ci preoccupa, in fondo, ma proprio in fondo siamo dei veterani.


Ultimo briefing e si scende, i 45 metri sono nostri. Ci godiamo il paesaggio di gorgonie, una murena, una cernia, Fabrizio si diverte anche a farci fare esercizi matematici semplici, tanto per testare la nostra lucidità. Al 19° minuto si risale, raggiungiamo quota 21 m. dove iniziamo a respirare dal bombolino con ossigeno al 50% per ridurre la deco, switch del computer ed andiamo a quota deco. Smaltiti i minuti di decompressione lancio del segnalatore sub e via tutti fuori. Immersione perfetta, le incertezze dei giorni precedenti sono scomparse, tutto è filato liscio, ma soprattutto è cambiata la nostra mentalità: abbiamo fatto nostri gli insegnamenti di Fabrizio e Stefanone, che si sono complimentati per il nostro atteggiamento anzi, Fabrizio si è lasciato anche andare, affermando di aver visto all’azione dei veri sub e detto da lui è un grande complimento.


Rientrando a casa, Gabriella mi chiede come è andata, gli risponde Ludovico: “ a mà, come voi che è andata, alla grande! Guarda che occhi ha papà!!! “
Per me è stato un corso molto importante che mi ha dato la consapevolezza di come va programmata e gestita un’immersione profonda.
Grazie Fabrizio e Stefano!

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